La brutta piega che ha preso l’inquinamento dell’acqua

La qualità dell’acqua è costantemente messa a rischio da fenomeni di inquinamento causati dalle attività umane. Tra le principali fonti di inquinanti ci sono le industrie, soprattutto cartiere, segherie, concerie e impianti di produzione di acido nitrico, soda e ammoniaca, che, a seconda del processo produttivo, rilasciano nell’ambiente diversi composti chimici.

Anche gli scarichi fognari delle città, se non correttamente trattati e depurati, rappresentano una fonte di inquinamento chimico, immettendo nell’ambiente tensioattivi, detersivi e solventi. Tra gli inquinanti emergenti ritroviamo farmaci e antibiotici derivati sia dall’utilizzo terapeutico nell’uomo e negli animali che dallo smaltimento improprio di farmaci scaduti da parte delle aziende farmaceutiche. La presenza di antibiotici nell’ambiente favorisce lo sviluppo e la proliferazione di resistenze specifiche nelle comunità batteriche creando situazioni pericolose per la salute dell’uomo, negli allevamenti animali e negli ecosistemi naturali.

L’inquinamento chimico delle acque deriva anche dalle attività agricole, con l’utilizzo di fertilizzanti, pesticidi e erbicidi, come il glifosato, che possono penetrare nel terreno o essere dilavati dalla pioggia e raggiungere i corpi idrici. L’azoto e il fosforo contenuti nei fertilizzanti causano un’eccessiva crescita delle alghe che consumano così troppo ossigeno mettendo a rischio gli ecosistemi acquatici e dando origine a fenomeni di eutrofizzazione.

Altro tipo di inquinamento è quello derivante da microplastiche, ossia minuscoli pezzi di materiale plastico del diametro compreso tra i 330 micrometri e i 5 millimetri. Le microplastiche possono essere rilasciate direttamente nell’ambiente tramite il lavaggio di tessuti o l’utilizzo di cosmetici oppure essere prodotte dalla degradazione degli oggetti di plastica più grandi. Queste particelle possono essere ingerite dalla fauna marina ed entrare così nella catena alimentare fino a raggiungere l’uomo; si stima che ognuno di noi ingerisca ogni settimana l’equivalente di una carta di credito. 

Altra minaccia costante a mari e oceani è rappresentata dagli sversamenti di petrolio derivanti da navi, piattaforme petrolifere, oleodotti e raffinerie. I ricercatori hanno evidenziato come la concentrazione di chiazze di petrolio sia più elevata lungo le tratte marine più frequentate. Oltre alle accidentali fuoriuscite di piccole e medie dimensioni, ci sono gli sversamenti di grandi dimensioni, le cosiddette maree nere, con perdite oltre le 700 tonnellate di petrolio che creano danni devastanti a lungo termine agli ecosistemi acquatici.

“L’acqua siAMO noi” vuole spronare a comportamenti sostenibili nell’uso delle risorse idriche, facendo comprendere quanto sia importante l’acqua per la biodiversità, l’equilibrio degli ecosistemi e la vita. Il progetto educativo, nato da un’intuizione di Alfa Varese, il Gestore del Servizio Idrico Integrato della Provincia di Varese, diventa gioco interattivo grazie alla creatività di CAST ONG e con il contributo di Fondazione Cariplo.

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